Scritto da: admin 14 Aprile 2014 categorie: Erboristeria Tradizionale tradizione Altri articoli MTM medicina tradizionale mediterranea intrevista

di Paolo Ospici   La psicosomatica è una disciplina che si è aperta uno spazio vieppiù crescente nell'ambito dell'ufficialità al punto che molto spesso sindromi o patologie di non chiara origine vengono bollate come psicosomatiche e tanti saluti. In realtà si tratta di una disciplina da prendere sul serio, sopratutto per quel che riguarda le connessioni tra psiche e soma, che secondo questa visione, come in quella antica, sono entità non separate ed indivisibili, appunto in-dividuali. Prende le mosse dall'osservazione che le emozioni, specie quelle non elaborate, hanno evidenti effetti a livello somatico dapprima da un punto di vista energetico e poi, se lasciate a se stesse, anche a livello organico fino a sfociare nella patologia vera e propria. Inoltre, ed è acquisizione più recente, non solo gli aspetti emozionali influenzano il soma, ma gli aspetti somatici influenzano le emozioni. E' noto che i nervi che regolano i visceri sono bidirezionali, cioè l'informazione viaggia sia in senso efferente che afferente. Per questo, non solo un “cattivo pensiero” o emozioni negative possono somatizzarsi, ma disturbi di vario tipo che affliggono un organo possono influenzare lo psichismo e la sfera emozionale. E' anche noto che diverse emozioni hanno una loggia preferita, un organo nel quale si depositano, come ad esempio la rabbia nel fegato o la paura nei reni. Se l'emozione viene vissuta, elaborata, allora l'energia ad essa collegata viene “digerita”, viceversa tende a depositarsi, a cristallizzare, e quindi a cronicizzarsi. Il percorso è questo: disturbo dapprima a livello energetico, poi, se lasciato a se stesso infiammazione con o senza flogosi, da ultimo cronicizzazione con “cristallizzazione”dell'emozione a livello tissutale. Siamo nel regno dei fiori di Bach, grandi rimedi della sfera emozionale, oltre che dei rimedi tradizionali drenanti. Quanto sopra è perfettamente coerente con quanto tramandato dallatradizione ippocratica. Infatti, non solo le emozioni sono collegate ad organi, ed un'emozione “pesante” dovrebbe essere trattata allegerendo l'organo corrispondente, ma il quadro evolve in una direzione ben precisa e si passa da una prima fase, sintomatica, essudativa o meno con infiammazione, gestita essenzialmente da bile gialla e flemma, ad una fase cronica, degenerativa a carattere splenico.

Nella prima fase sintomatica, che è però già secondaria rispetto all'emozione depositata che l'ha provocata, giova ricordarlo, si tratta l'infiammazione e/o la flogosi con i rimedi drenanti della bile gialla e/o flemmagoghi. Quindi curcuma, rabarbaro, elicriso o altri drenanti biliari, da utilizzarsi secondo la localizzazione del disturbo, insieme ad Acer, Ribes ed eventualmente altri rimedi maggiormente provvisti di tropismo d'organo nel primo caso; nel secondo, quando predomina l'aspetto flemmatico, flemmagoghi come enula, ireos associati a Alnus glutinosa e rimedi gemmoterapici con tropismo d'organo. Più complicato è risalire all'emozione cristallizzata, essendo spesso trascorso del tempo tra il momento emozionale e quello somatico. Tuttavia, la localizzazione ovvero la profondità del disturbo possono aiutare a retrodatare l'episodio emozionale alla base del malessere e quindi guidare nella scelta dei rimedi floreali adatti. Per esempio, una gastrite cronicizzata rimanda ad un'emozione non digerita, riconducibile a rospi indigeriti, rancori dovuti a torti, episodi vissuti il cui ricordo "da la nausea", e quindi trattabile in primis con Holly ed eventualmente Willow, mentre un acuto può essere collegato ad un episodio recente e quindi più rabbiosa (ancora Holly ma attenzione alla bile gialla!). Parimenti, una cistite cronica e recidivante racconta di paure non superate, forse addirittura traumi adolescenziali, e quindi Aspen, Mimulus e Star of Bethlem, il grande solvente delle emozioni cristallizate; una cistite acuta uno spavento più o meno recente oppure un evento rispetto al quale ci si sente impotenti (non bisogna dimenticare che la paura è una reazione di difesa verso qualcosa che si crede, a torto o a ragione, di non poter affrontare). In questo caso, potrebbero tornare utili fiori legati all'insicurezza, caratteriale o momentanea, come Larch o Elm magari associati a Gentian che dona fede a chi non crede, in se stesso o in altro. In ogni caso, la cronicizzazione complica le cose da un punto di vista somatico perché coinvolge la melanconia e quindi la milza. Come conseguenza, anche il sangue, umore compensativo rispetto alla melanconia, entra a far parte del quadro richiedendo grande attenzione e capacità di analisi da parte dell'erborista. L'artrite lasciata a se stessa prima o poi diventa artrosi ed allora non basterà certo l'artiglio del diavolo o il Ribes nigrum, ma bisognerà intervenire con nutritori della milza come l'equiseto, e gemmoderivati “ricostruttori” come Tamarix e Pinus. Allo stesso modo, più un'emozione che ha causato un determinato disturbo è antica, cristallizzata, profonda, più sarà difficile farla emergere. Non si può escludere, anzi è auspicabile, che le cronicità si risolvano passando per l'acuto, segno inequivocabile di riemersione di un malessere antico e “dimenticato”. Siamo nel campo della Star of Bethlem, il rimedio d'elezione per tutti quelli che hanno perso il sorriso, il gusto di vivere ed appaiono ingrigiti anche nell'aspetto, plumbei, quasi saturnini. Grande rilevanza in questo caso va dato al magnesio; non ci si sofferma mai abbastanza sul ruolo di questo elemento nel ciclo della natura ma basti pensare che è grazie ad esso che l'energia del sole entra, attraverso la clorofilla, nel ciclo della vita per capire come sia capace di portare la luce dentro al buio di una lunga notte grigia e melanconica. Giovano inoltre tutti i rimedi che generano sangue e scaldano il cuore, a partire dal marrobio. Chi del resto non ha provato l'esperienza di aver voglia di dolce in un momento di tristezza? Tipico caso di compensazione attraverso il cibo cartina di tornasole di un bisogno urgente emerso dall'eccesso di un umore sovrabbondante, la melanconia, da compensare con il suo contrario, il sangue. La schiena è un vero e proprio tesoro di informazioni da analizzare in profondità. Essendo la parte posteriore del corpo ha a che fare con tutto ciò che abbiamo “buttato dietro le spalle” ma che non è stato metabolizzato a sufficienza. Quando qulacuno quindi accusa mal di schiena non ci si dovrebbe limitare al solito trattamento antiinfiammatorio, utile ma non risolutivo, ma provare a far emergere le emozioni che a quel dolore hanno dato origine. La localizzazione del dolore può dire molto: collo, zona cervicale, può essere collegata alla catena, alla sensazione di non essere liberi ma vincolati a scelte e decisioni altrui. Cerato, Centaury e, per alcuni aspetti, Red chestnut sono fiori che potrebbero essere utili in questo disturbo. Alle volte può essere legata ad una grande capacità di sopportazione, ma che porta a pagare un prezzo in termini di irrigidimento del collo. In questo caso, dato che si sopporta per quieto vivere, Agrimony e di nuovo Centaury (chi sopporta per troppo amore) sono esempi di fiori di riferimento. Se il problema coinvolge la parte superiore delle spalle, allora si sta portando un peso eccessivo (complesso di Atlante) e bisogna liberarsene. Oak, per i soggetti forti sul piano prevalentemente fisico, o Elm, per quelli che lo sono sopratutto sul piano psichico, possono essere spesso i fiori da associare. Se il peso eccessivo è oggettivo e non soggettivo, utilizzare eventualmente Hornbeam, il fiore di chi si alza la mattina appesantito dalla rugiada accumulata durante la notte. In questo caso è di grande importanza anche una dieta non umidificante, giacché appesantisce e renderebbe più problematico un recupero psicofisico, e, se ci sono concomitanti sintomi di eccesso di umidità, scaldare e tonificare lo stomaco per evitare che il soggetto possa arrivare all'immunodepressione. Alle volte il dolore tra collo e spalle indica un attegiamento diverso, dovuto all'assenza di senso di responsabilità o alla viltà, e quindi il soggetto, come la tartaruga nel carapace, si ritrae contraendo il collo verso le spalle. In questo caso, Aspen, Mimulus, Larch (se il soggetto si ritrae per scarsa fiducia in se stesso) e, di nuovo, la Star of Bethlem per eventuali traumi interiori non rimossi. Anche in questo caso ci vuole attenzione all'umidità, dato che la pavidità è caratteristica flemmatica, e quindi trattare il dolore eventuale con piante che drenano umidità tipo salsapariglia. Se si ha il rachide che appare rettilineo, allora si può ipotizzare rigidità dall'essere “tutto di un pezzo”, con eccessivo senso morale o del dovere. Rock water, eventualmente Vervain (in questo secondo caso probabilmente il soggetto ha o ha avuto problemi di tipo dermatologico ascrivibili a bile gialla), anche Oak per coloro che sono forti ma non incrollabili. La zona scapolare è collegata ai pesi da portare, il fardello, lo zaino emotivo che grava sulle spalle di qualcuno. Spesso siamo ancora nell'ambito di Oak, e il soggetto sopporterà con fierezza il peso, altrimenti si lamenterà ed allora bisognerà guardare ad altri fiori. Qualche volta si tratta di persone individualiste, poco tolleranti, che scelgono di fare da soli per la scarsa attitudine a lavorare con altri. Allora il fiore di riferimento sarà Beech, visto che lo zaino se lo sono caricate volontariamente rifiutando l'aiuto altrui. La zona interscapolare è quella della coltellata lla schiena, tipica di chi ha subito un torto, reale o presunto, e non riesce a superare il rancore (notare somiglianze con lo stomaco, verificare dispepsie). Holly prima di tutto, ma anche Willow, per chi si sente in creditocon la vita, ed eventualmente Gentian e/o Star of Bethlem. Nella zona tra scapole e reni spuntano le ali, ed allora a chi soffre in queste aree del copro qualcuno o qualcosa ha tarpato le ali o gli è stato impedito di spiccare il volo. Probabilmente l'individuo apparirà triste e melanconico, quindi allegerire o nutrire la milza. Tra i fiori, quelli che hanno a che vedere con il pessimismo e l'abbandono della lotta, Gentian, Gorse e, se il pensiero è ancora bloccato a quell'episodio,White chestnut. talvolta può essere indicato Walnut, sopratutto per chi è abitudinario e le ali gli sono state tarpate a causa di interferenze di terzi che lo hanno destabilizzato. Anche a livello dorsale possiamo ritrovare riflesse le emozioni che colpiscono i visceri. L'area dello stomaco la ritroviamo proiettata sul dorso nel punto corrispomdente oppure nell'area anteriore superficialmente. La parte dorsale è quella più forte e quindi li si manifestano i torti subiti, le umiliazioni, insomma tutto ciò che non si è digerito. Nell'area frontale invece si riflette tutto ciò che è intimamente indigesto, che ha a che fare con la dignità della persona. Star of Bethelem e Holly, tanto per cambiare, ma anche se serve White chestnut e, se la persona ha perduto assieme alla dignità l'autostima, Larch. Anche il fegato si riflette sul dorso nell'area dell'ipocondrio destro e naturalmente quell'area è associata alla rabbia. Se si riflette nella parte bassa, potrebbe essere segno diagnostico di calcoli biliari, a loro volta segno di una rabbia repressa, cristallizata. Drenare bile gialla e sciogliere le concrezioni emotive, Holly, Beech, Impatiens se il soggetto per accumulo di bile gialla appare ansioso e frenetico. Nei reni come già detto alloggia la paura, e questa emozione si troverà riflessa nell'area dorsale corrispondente. Il brivido freddo, il gelo nelle ossa, Mimulus, Aspen e, nei grandi schock emozionali, Rock rose, ma anche la paura di osare, di chiedere e in ogni casoin tutte le sue estensioni. Quindi Larch, Cerato, Centaury. Sempre nella zona lombare c'è l'area della soma, legata al peso portato e costiuisce un approfondimento delle proiezioni dell'area dello stomaco e/o del fegato. Collegare tra loro sintomi e segni apparentemente diversi può essere un modo davvero migliore per lavorare e potrà essere fonte di grandi soddisfazioni professionali. Paolo Ospici Bibliografia: Luigi Giannelli, Gemmoterapia, Ed. M.I.R. Luigi Giannelli, Medicina tradizionale mediterranea, ed. Tecniche Nuove Lorenzo Paride Capello, Olismologia, Ed. Tecniche Nuove Edward Bach, Opere complete, Ed. Makro

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Scritto da: teresa 2014-04-29 04:07:27


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