Scritto da: admin 29 Novembre 2014 categorie: Medicina Erboristeria Tradizionale

di Bartolomeo Scalzi-Erborista

Parte Prima: com’è fatto il Capello

A parlare di Capelli e di come mantenerli sani, foRti e… foLti si rischia di parlare di fuffa, di nulla.

Mai che ci sia un punto fermo, qualche cosa di assodato altrimenti non vi trovereste ogni due / tre anni una “novità” pubblicitaria, un rimedio miracoloso, che tale, alla prova dei fatti, non è.

E allora cominciamo dapprima a spiegare cos’è un capello, come cresce, come cade normalmente e come cade quando cade troppo in fretta.

Per parlare di C prima bisogna parlare di Epidermide e della sua struttura.
Meglio farlo con un disegno:




Quello che vedete è l’epidermide normale con i suoi strati.

L’Epidermide non ha vasi sanguigni, riceve ossigeno e nutrimento dagli strati sottostanti, il Derma. Lo strato più importante è quello germinativo in basso: è l’unico dove le cellule si riproducono, Ogni volta che si riproducono, quella più in basso spinge verso l’alto quella superiore e questa man mano sarà sempre più spinta verso l’alto fino a quando le mancherà il nutrimento ottenuto dal derma.

Questo porterà quelle cellule troppo lontane dal nutrimento a degenerare: diventeranno dure e “cornee” e alla fine, morendo,creeranno lo strato corneo.
Quello che realmente ci difende dagli agenti aggressivi: un vestito per la Pelle.

A noi interessa lo strato basale perché il C così come peli e unghie sono creati da una modificazione di questo strato.



Nella immagine che vedete c’è tutto quello che c’è da sapere sulla struttura di un C e come esso nasce: alla base di tutto c’è un avvallamento dell’orizzonte dell’epidermide un foro, meglio: un SACCO molto profondo rispetto allo spessore dell’epidermide e che in questa maniera affonda nella zona più vascolarizzata e innervata del derma. Tenete a mente questo particolare perché non è di poco conto: infatti la papilla pilifera ha molto bisogno di ossigeno e altri nutrienti per potersi riprodurre e deve avere, quindi, molto vicino i vasi sanguigni per ottenere tutto ciò.

Verso la superficie dell’alveo del C si apre una nuova formazione: la ghiandola sebacea ovverosia quella ghiandola che secerne il grasso necessario alla protezione del C e dell’epidermide.

Ora guardate in basso: lo strato germinativo si sta riproducendo in maniera puntiforme e molto virulenta: LA PAPILLA PILIFERA, appunto. Man mano che le cellule vengono spinte verso l’alto e si allontanano dal torrente sanguigno, cominciano a non avere più sufficiente nutrimento e quindi cominciano a corneificarsi: in altre parole diventano fibrose e resistenti e si appiattiscono molto fino ad assumere la forma di una squama. Ed ecco che Il C che sta prendendo forma: squama su squama, il C cresce impilato in colonna fino a uscire fuori dell’orizzonte dell’epidermide e spuntare. Crescerà per un periodo che puo’ andare dai due ai sei anni a seconda di vari fattori: uno dei principali e naturalmente l’appartenenza al sesso femminile.

Ecco perché le donne possono sfoggiare, solitamente, una chioma molto più lunga e molto più folta.

Non si tratta di un problema culturale si tratta proprio del fatto che le donne hanno un C che cresce molto molto di più e quindi visto che costava tempo e danaro, anticamente, poterlo tagliare (anche oggi, se è per questo…) ovviamente si è fatto di un problema un vantaggio e uno sfoggio di beltà.

ALLA PROX PUNTATA: LE TRE (QUATTRO…) FASI DEL CAPELLO.

PERCHẺ Ẻ COSÌ RARO IL TUMORE DELLA PAPILLA PILIFERA? (E PER FORTUNA…)

Fonte: Bartolomeo Scalzi -

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